Sono passati 100 anni dall’Impresa di Fiume. Un’impresa guidata da Gabriele d’Annunzio che, con 1500 legionari dissidenti, senza sparare un colpo, occupò la città di Fiume proclamandone, il 12 settembre 1919, l’annessione al Regno d’Italia.
Una occupazione durata ben sedici mesi, che ebbe l’opposizione di tutte le grandi potenze mondiali – Regno d’Italia compreso – e il solo sostegno della Russia bolscevica di Lenin (oltre che il plauso di Gramsci, dalle colonne de “L’Ordine Nuovo”), che considerò d’Annunzio un rivoluzionario.
Proclamò così, il Vate, assieme ad Alceste de Ambriis, Guido Keller e altri, la Reggenza del Carnaro, l’8 settembre 1920, sulla base di principi libertari, mazziniani, garibaldini e socialisti.
Una Reggenza fondata su una Costituzione avanzatissima, specie per l’epoca, nella quale furono introdotte, fra le altre le libertà di associazione, di divorziare, religiosa, e di coscienza; l’eleggibilità delle donne ad ogni carica, l’assistenza ai disoccupati e ai non abbienti, il referendum, la promozione della scuola pubblica, il risarcimento dei danni in caso di errore giudiziario, l’inviolabilità del domicilio.
Di tutto ciò e ancor meglio, di tutta l’impresa di Fiume, ne scrisse Mario Maria Martini (1880 – 1953), nel suo “instant book”/documentario/diario La passione di Fiume, pubblicato da Sonzogno nel 1919 e ripubblicato 100 anni dopo, di recente, da NovaEuropa. Un saggio unico, un vero e proprio documento storico di quel periodo. Una raccolta di fatti, documenti ed eventi vissuti in prima persona dal Martini, che appassionerà sia il lettore comune che lo studioso più attento.
Scritto nella forma del diario, il saggio raccoglie anche articoli di giornale dell’epoca e carteggi e che, nella nuova edizione, presenta anche foto d’epoca e ritratti.
Mario Maria Martini fu un dannunziano della prima ora. Un letterato e giornalista di quell’epoca, molto amico dello scrittore Giovanni Comisso che, con Guido Keller, animerà a Fiume la rivista e il gruppo spirituale “Yoga”.
D’Annunzio, de Ambriis, Keller e molti altri, rimarranno gli eterni disobbedienti che hanno creduto in un mondo diverso, in cui i poveri e i diseredati del mondo potessero emanciparsi e fossero posti al centro dell’azione politica e potessero contrapporsi all’egoismo dei potenti e degli impuri d’anima e di cuore.
Luca Bagatin